domenica 30 settembre 2007

Nulla mi lega a nulla


Nulla mi lega a nulla.
Voglio cinquanta cose allo stesso tempo.
Bramo con un'angoscia di fame di carne
quel che non so cosa sia-
definitivamente l'indefinito.
dormo irrequieto e vivo in un irrequieto sognare
Di chi dorme irrequieto, mezzo sognando.


F.Pessoa

sabato 29 settembre 2007

Ricordo bene...


Ricordo bene il suo sguardo.
Attraversa ancora la mia anima
Come una scia di fuoco nella notte.
Ricordo bene il suo sguardo. Il resto…
Sì, il resto è solo una parvenza di vita.

Ieri ho pesseggiato per le strade come una qualsiasi persona.
Ho guardato le vetrine spensieratamente
E non ho incontrato amici con i quali parlare.
D'improvviso mi sono sentito triste, mortalmente triste,
così triste che mi è parso di non poter
vivere un altro giorno ancora, e non perché potessi morire o uccidermi,
ma solo perché sarebbe stato impossibile vivere il giorno dopo e questo è tutto.

Fumo, sogno, adagiato sulla poltrona.
Mi duole vivere in una situazione di disagio.
Debbono esserci isole verso il sud delle cose
Dove soffrire è qualcosa di più dolce,
dove vivere costa meno al pensiero,
e dove è possibile chiudere gli occhi e addormentarsi al sole
e svegliarsi senza dover pensare a responsabilità sociali
né al giorno del mese o della settimana che è oggi.

Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d'offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale
che accompagna col piede la melodia delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.


F.Pessoa

venerdì 28 settembre 2007

Stanca essere...


Stanca essere, sentire fa male, pensare disrugge.
Estranea a noi e fuori,
frana l'ora e tutto in essa frana.
Inutilmente l'anima piange.

A cosa serve? E cosa deve servire?
Abbozzo pallido e lieve
del sole invernale che ride sul mio letto…
Vago sussurro breve.

Delle piccole voci con cui il mattino si desta,
della futile promessa del giorno,
morta sul nascere, nella speranza assurda e remota
nella quale l'anima confida.


F.Pessoa

giovedì 27 settembre 2007

Uno, nessuno, centomila

Vi siete mai chiesti qual è l'immagine che gli altri hanno di voi?
Come vi vedono?
E vi siete mai chiesti chi siete realmente?
Quale parte state recitando sulla scena del mondo?


..."La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, è soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, cosí che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un'incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi l'intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l'estraneo siete voi.
Cosí volevo io esser solo. Senza me. Voglio dire senza quel me ch’io già conoscevo, o che credevo di conoscere. Solo con un certo estraneo, che già sentivo oscuramente di non poter piú levarmi di torno e ch'ero io stesso: estraneo inseparabile da me.
Ne avvertivo uno solo, allora! E già quest'uno, o il bisogno che sentivo di restar solo con esso, di mettermelo davanti per conoscerlo bene e conversare un po' con lui, mi turbava tanto, con un senso tra di ribrezzo e di sgomento.
Se per gli altri non ero quel che ora avevo creduto d'essere per me, chi ero io?...
"E gli altri? Gli altri non sono mica dentro di me. Per gli altri che guardano da fuori, le mie idee, i miei sentimenti hanno un naso. Il mio naso. E hanno un paio d'occhi, i miei occhi, ch’io non vedo e ch’essi vedono. Che relazione c'è tra le mie idee e il mio naso? Per me, nessuna. Io non penso col naso, né bado al mio naso, pensando. Ma gli altri? gli altri che non possono vedere dentro di me le mie idee e vedono da fuori il mio naso? Per gli altri le mie idee e il mio naso hanno tanta relazione, che se quelle, poniamo, fossero molto serie e questo per la sua forma molto buffo, si metterebbero a ridere."
Cosí, seguitando, sprofondai in quest'altra ambascia: che non potevo, vivendo, rappresentarmi a me stesso negli atti della mia vita; vedermi come gli altri mi vedevano; pormi davanti il mio corpo e vederlo vivere come quello d'un altro. Quando mi ponevo davanti a uno specchio, avveniva come un arresto in me; ogni spontaneità era finita, ogni mio gesto appariva a me stesso fittizio o rifatto.
Io non potevo vedermi vivere...
Non volevo già come un commediante studiar le mie mosse, compormi la faccia all'espressione dei varii sentimenti e moti dell'animo; al contrario: volevo sorprendermi nella naturalezza dei miei atti, nelle subitanee alterazioni del volto per ogni moto dell'animo; per un'improvvisa maraviglia, ad esempio (e sbalzavo per ogni nonnulla le sopracciglia fino all’attaccatura dei capelli e spalancavo gli occhi e la bocca, allungando il volto come se un filo interno me lo tirasse); per un profondo cordoglio (e aggrottavo la fronte, immaginando la morte di mia moglie, e socchiudevo cupamente le pàlpebre quasi a covar quel cordoglio); per una rabbia feroce (e digrignavo i denti, pensando che qualcuno m'avesse schiaffeggiato, e arricciavo il naso, stirando la mandibola e fulminando con lo sguardo).
Ma, prima di tutto, quella maraviglia, quel cordoglio, quella rabbia erano finte, e non potevano esser vere, perché, se vere, non avrei potuto vederle, ché subito sarebbero cessate per il solo fatto ch'io le vedevo; in secondo luogo, le maraviglie da cui potevo esser preso erano tante e diversissime, e imprevedibili anche le espressioni, senza fine variabili anche secondo i momenti e le condizioni del mio animo; e cosí per tutti i cordogli e cosí per tutte le rabbie. E infine, anche ammesso che per una sola e determinata maraviglia, per un solo e determinato cordoglio, per una sola e determinata rabbia io avessi veramente assunto quelle espressioni, esse erano come le vedevo io, non già come le avrebbero vedute gli altri. L'espressione di quella mia rabbia, ad esempio, non sarebbe stata la stessa per uno che l'avesse temuta, per un altro disposto a scusarla, per un terzo disposto a riderne, e cosí via.
Ah! tanto bel senno avevo ancora per intendere tutto questo, e non poté servirmi a tirare dalla riconosciuta inattuabilità di quel mio folle proposito la conseguenza naturale di rinunciare all'impresa disperata e starmi contento a vivere per me, senza vedermi e senza darmi pensiero degli altri.
L'idea che gli altri vedevano in me uno che non ero io quale mi conoscevo; uno che essi soltanto potevano conoscere guardandomi da fuori con occhi che non erano i miei e che mi davano un aspetto destinato a restarmi sempre estraneo, pur essendo in me, pur essendo il mio per loro (un "mio" dunque che non era per me!); una vita nella quale, pur essendo la mia per loro, io non potevo penetrare, quest'idea non mi diede piú requie.
Come sopportare in me quest'estraneo? quest'estraneo che ero io stesso per me? come non vederlo? come non conoscerlo? come restare per sempre condannato a portarmelo con me, in me, alla vista degli altri e fuori intanto della mia?
...


Uno, nessuno, centomila, L.Pirandello


Eteronimia ed essere


«L'eteronimia non è altro

che la vistosa traduzione in letteratura

di tutti quegli uomini

che un uomo intelligente e lucido

sospetta di essere»

Tabucchi


Non so quanti di noi scegliamo a caso il nick che ci contraddistingue dagli altri, l'alter ego nel quale e con il quale ci sentiamo una cosa sola, ed insieme con esso percepiamo più profondamente la molteplicità dei personaggi che vivono in noi stessi...
Nella libertà di scegliere il nome con il quale vogliamo mostrarci agli altri è intrinseco il valore che noi stessi vogliamo dare al nostro essere, che seppure momentaneo e spazialmente limitato, diventa in quel momento l'indicatore principale di ciò che vogliamo trasmettere di noi, è lo strumento del quale ci serviamo per svelare la nostra più profonda identità...
Ci sono giorni in cui io sono realmente colei che tesse, disfa e ritesse la tela, giorni in cui mi confondo con Don Chisciotte, altri in cui mi sento un pò Mafalda...
E' bello scoprire in noi stessi tanti modi di essere e di vivere...ed ancor più bello è poter far vedere agli altri la nostra poliedricità, la nostra molteplice personalità, la nostra capacità di essere ogni giorno diversi, conservando al tempo stesso una perfetta sintonia con noi stessi...


Ebbi sempre, da bambino, la necessità di aumentare il mondo con personalità fittizie, sogni miei rigorosamente costruiti, visionati con chiarezza fotografica, capiti fin dentro le loro anime. Non avevo più di cinque anni, e , bimbo isolato e non desideroso se non di stare così, già mi accompagnavano alcune figure del mio sogno, un capitano Thibeaut, Chevalier de Pas e altri che ho dimenticato […]. Ciò sembra la semplice immaginazione infantile che si diverte con l'attribuire vita a fantocci e a bambole. Era però qualcosa di più: io non avevo bisogno di bambole per concepire intensamente quelle figure. Chiare e visibili nel mio sogno costante, realtà esattamente umane per me, qualunque fantoccio, poiché irreale, le aveva sciupate. Erano gente.

…Questa tendenza non passo con l'infanzia, si sviluppò nell'adolescenza, si radicò con la crescita, divenne alla fine la forma naturale del mio spirito. Oggi ormai non ho personalità: quanto in me ci può essere di umano, l'ho diviso tra gli autori vari della cui opera sono stato l'esecutore.sono oggi il punto di riunione di una piccola umanità solo mia.

…E così mi sono fatto, e ho propagato, vari amici e conoscenti che non sono mai esistiti, ma che ancora oggi, a quasi trent'anni di distanza, io ascolto, sento, vedo. Ripeto: ascolto, sento, vedo…E ne ho nostalgia

Come che sia, l'origine mentale dei miei eteronimi sta nella mia tendenza organica e costante alla spersonalizzazione e alla simulazione. Questi fenomeni, fortunatamente per me e per gli altri, in me si sono mentalizzati; voglio dire che non si manifestano nella vita pratica, esteriore e di contatto con gli altri; esplodono verso l'interno e io li vivo da solo con me stesso.


F.Pessoa


Non me lo so spiegare


Un po’ mi manca l’aria che tirava
O semplicemente la tua bianca schiena..nananana
E quell’orologio non girava
Stava fermo sempre da mattina a sera.
come me lui ti fissava
Io non piango mai per te
Non farò niente di simile...nononono
Si, lo ammetto, un po’ ti penso
Ma mi scanso
Non mi tocchi più

Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?
Non melo so spiegare
Io no me lo so spiegare

La notte fonda e la luna piena
Ci offrivano da dono solo l’atmosfera
Ma l’amavo e l’amo ancora
Ogni dettaglio è aria che mi manca
E se sto così..sarà la primavera..
Ma non regge più la scusa...

Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare..
Solo che pensavo a quanto è inutile farneticare
E credere di stare bene quando è inverno e te
Togli le tue mani calde
Non mi abbracci e mi ripeti che son grande,
mi ricordi che rivivo in tante cose...nananana
Case, libri, auto, viaggi, fogli di giornale
Che anche se non valgo niente perlomeno a te
Ti permetto di sognare
E se hai voglia, di lasciarti camminare
Scusa, sai, non ti vorrei mai disturbare
Ma vuoi dirmi come questo può finire?


T.Ferro

mercoledì 26 settembre 2007


Se mi fossi colmato di tutto quello che sai tu, che spazio mi sarebbe rimasto per tutto quel che non sai?

(K. Gibran)

martedì 25 settembre 2007

Vite a conduzione orizzontale


Non sono niente.
Non sarò mai niente.
Non posso volere d'essere niente.
A parte questo, ho in me tutti i sogni del mondo.

F.Pessoa


Nella mia mente da qualche giorno si è fatto strada un pensiero...
La vita può essere vissuta in funzione di un letto?
E' mai possibile che con tutto ciò che c'è da fare ogni giorno la nostra unica soddisfazione stia in un letto disfatto?
Perché quest'ansia di riposo ci perseguita, dando alla nostra vita un'inclinazione orizzontale anziché verticale ?
Vorrei fare il punto sul modo di vivere in orizzontale: vivere nella assoluta inerzia, rimandando tutto ciò che ci disturba, che ci stanca (fisicamente e mentalmente), tutto ciò che ci scomoda o che ci fa paura...
Sono le vite che si accontentano...che si fanno bastare ciò che hanno e che vivono comunque bene anche senza quello che non hanno...
Vite dagli obiettivi in stand by...di quelle che c'è sempre tempo, di quelle che si spera prima o poi arrivi, di quelle vite da cullare, vite alla finestra...il cui unico desiderio è un letto dove distendersi in santa pace lontane dalla frenesia del quotidiano...
Sono le vite del "dovrei" ma fa lo stesso, sono le vite del "domani è un altro giorno..."
Poi ci sono le vite condotte in verticale: sono vite ambiziose, vite di quelle con obiettivi ben precisi da raggiungere, tutto e subito...
Sono le vite del "devo assolutamente", vite di corsa, frenetiche, sempre lì obiettivo dopo obiettivo, sempre puntate verso l'alto, sempre con qualcosa da inseguire, da raggiungere ad ogni costo...Vite che guardano lontano, che partecipano attivamente a tutto, vite che non si stancano mai...


...VOGLIO UNA VITA CHE NON E' MAI TARDI
DI QUELLE CHE NON DORMI MAI
VOGLIO UNA VITA
VEDRAI CHE VITA VEDRAI...

V.Rossi

Autopsicografia



Il poeta è un fingitore.
Finge così completamente
che arriva a fingere che è dolore
il dolore che davvero sente.

E quanti leggono ciò che scrive,
nel dolore letto sentono proprio
non i due che egli ha provato,
ma solo quello che essi non hanno.

E così sui binari in tondo
Gira, illudendo la ragione,
questo trenino a molla
che si chiama cuore.


F.Pessoa

Ti sento


Ti sento nell'aria che è cambiata
che anticipa l'estate
e che mi strina un po'
io ti sento passarmi nella schiena
la vita non è in rima
per quello che ne so
ti sento nel mezzo di una strofa
di un pezzo che era loffio
ed ora non lo è più
io ti sento lo stomaco si chiude
il resto se la ride appena ridi tu

qui con la vita non si può mai dire
arrivi quando sembri andata via
ti sento dentro tutte le canzoni
in un posto dentro che so io

ti sento
e parlo di profumo
t'infili in un pensiero
e non lo molli mai
io ti sento
al punto che disturbi
al punto che è già tardi
rimani quanto vuoi qui con la vita non si può mai dire
arrivi quando sembri andata via
ti sento dentro tutte le canzoni
In un posto dentro che so sempre io oh oho oh oh

io ti sento c'ho il sole dritto in faccia
e sotto la mia buccia
che cosa mi farai

Ligabue

...Non so se mi riuscirà di portare a termine questa storia inebriante e tormentosa,
padroneggiare una vicenda la cui verità mi crocifigge,
liberare immagini che mi forzavo di condannare all'oblio.
Se il cuore di un esule è sempre diviso tra il timore di essere soverchiato dai ricordi e la voluttà di abbandonarvisi, quello di un vinto, ferito dalle ingannevoli illusioni che lo hanno trascinato alla sconfitta, perentoriamente si nega alle memorie...

M.Alzona,Viaggio angelico


Uno spazio bianco si riempie man mano di parole, ed è la prima pagina di un libro, una lettera scritta con inchiostro che non lascia traccia, un antico marmo dissepolto inciso di caratteri ermetici...
Chi sogna si sforza di leggere le parole, se riuscirà a decifrarle avrà una risposta alle domande decisive che lo riguardano.
Ma le parole non si afferrano, sono distorte, ondeggianti, viste come attraverso uno schermo d'acqua.
Chi sogna sa di sognare, eppure questo non lo rassicura.

Amore e Psiche,R.La Capria

lunedì 24 settembre 2007

E correndo...


E correndo

ti accorgi che la meta è sempre più lontana

ed affretti il passo per non farti raggiungere...

dalle paure...dalla noia...dall'inerzia...

riprendi il passo

ma lentamente

un'ombra ti attraversa il viso

l'ombra dei ricordi,

e ti fermi

a guardare dalla finestra scene di vita vissuta...raccontata...

Ma poi con un balzo

scappi via

prosegui sempre più velocemente

non c'è tempo, non c'è aria, non c'è sosta...

l'anima già vola...il cuore anche...

tutto gira intorno a te

anima mai paga di te stessa...

La stagione del tuo amore

non è più la primavera

ma nei giorni del tuo autunno

hai la dolcezza della sera

se un mattino fra i capelli

troverai un po' di neve

nel giardino del tuo amore


verrò a raccogliere il bucaneve


passa il tempo sopra il tempo

ma non devi aver paura

sembra correre come il vento


però il tempo non ha premura


piangi e ridi come allora


ridi e piangi e ridi ancora


ogni gioia ogni dolore


puoi ritrovarli nella luce di un'ora


passa il tempo sopra il tempo


ma non devi aver paura


sembra correre come il vento


però il tempo non ha premura


piangi e ridi come allora


ridi e piangi e ridi ancora


ogni gioia ogni dolore


puoi ritrovarli nella luce di un'ora


F.De Andrè, La stagione del tuo amore


Nella vita di ognuno esistono momenti - quando la porta sbattuta all'improvviso e senza alcun visibile motivo di colpo si riapre, quando lo spioncino chiuso un attimo fa viene di nuovo aperto, quando un brusco "no" che sembrava irrevocabile si muta in "forse" -, momenti in cui il mondo intorno a noi si trasfigura, e noi stessi ci riempiamo di speranza come di nuovo sangue. È stata concessa una proroga a qualcosa di ineluttabile, definitivo; il verdetto del giudice, del dottore, del console, è stato rinviato. Una voce ci avverte che non tutto è perduto. E con gambe tremanti e lacrime di gratitudine passiamo nel locale adiacente, dove ci pregano di "aspettare un poco" prima di spingerci nel baratro.

Il giunco mormorante, M.Trostnik


E adesso dove? Quando? Chi?
Senza chiedermelo. Dire io. Senza pensarlo. Chiamarle domande, ipotesi.
Procedere innanzi, e, questo, definirlo andare, definirlo procedere.
Può darsi che un giorno, fatto il primo passo, io ci sia semplicemente rimasto:
rimasto, dove, invece di uscire, com'era mia vecchia consuetudine,
per trascorrere giorno e notte il più lontano possibile da casa mia,
ma non era poi tanto lontano.
Può essere cominciato così.
Non mi rivolgerò più domande.


Samuel Beckett ,L'Innominabile


...Sì ...l'Inferno! Non è sempre là che devono finire, prima o poi, in questa vita o nell'altra, tutti coloro che hanno gioito di voluttà sconosciute alla gente comune?
All'innamorato tocca l'indifferenza; al giocatore, l'indigenza; all'ambizioso, l'incapacità; all'artista, l'anonimato e la malevolenza; al pigro, la cupidigia; all'avaro, il dissesto, e al goloso, la sazietà. Ma può esserci un inferno per una mania innocente che si nutre di se stessa e che fa onore alle lettere e alla patria, facendo sopravvivere quattro o cinque attività produttive? Non l'avrei creduto.
Eppure uno ce n'è. Lo so adesso, perché ci sono stato:
"Sono io colui che ritorna dall'Inferno del bibliofilo".


C.Asselineau,L'inferno del bibliofilo

domenica 23 settembre 2007



Devo raccontare lentamente. Con calma, senza fretta. Aspettare che le parole si stacchino dal profondo di me stessa, vaghino un po', mi arrivino in gola ed escano come un soffio, un respiro come un altro, un'azione che compiamo migliaia di volte al giorno, una certezza. Per una volta, non farmi incalzare, non cedere al quotidiano, negarmi all'occupazione principale di noi tutti, ogni mattina: riempire le nostre vite, fingerci Dio, fare gli idioti.

Nathacha Appanah, Le nozze di Anna

sabato 22 settembre 2007

La notte lava la mente


La notte lava la mente

Poco dopo si è qui come sai bene,
file d'anime lungo la cornice,
chi pronto al balzo, chi quasi in catene.

Qualcuno sulla pagina del mare
traccia un segno di vita, figge un punto.
Raramente qualche gabbiano appare.
M.Luzi

venerdì 21 settembre 2007

L'isola dei miei pensieri


"E' quel mio piccolo mondo

dove la cruda realtà in pochi attimi

si trasforma in poesia"

giovedì 20 settembre 2007


Amai teneramente dei dolcissimi amanti

senza che essi sapessero mai nulla.

E su questi intessei tele di ragno

e fui preda della mia stessa materia.

In me l’anima c’era della meretrice

della santa della sanguinaria e dell’ipocrita.

Molti diedero al mio modo di vivere un nome

e fui soltanto un’isterica.


A.Merini

Attendere


Capirai cosa significa attendere

quando scoprirai che vale la pena

aspettare che sbocci una rosa...

Ma se il dubbio ti assale

e la rosa tarda a sbocciare

fuggi e non voltarti indietro

perché ormai il suo valore avrà mutato grado

non hai saputo cogliere i dolci attimi dell'attesa

li hai sprecati non sapendo che

"ciò che vale merita di essere atteso"

mercoledì 19 settembre 2007

Inganni



Il petto squarciato,

affondo le mani,

dentro di me.

Ti cerco,

so che ci sei,

ma non so dove.

Nascosta,

silente,

domini la mia vita,

mi apri alle gioie,

mi tormenti con l'angoscia.

Senza di te non sarei

che un manichino di carne,

ossa con la polpa intorno

che si consumano in una vita

che solo tu mi concedi.

Anima mia,

fuoco che ardi senza fiamma,

fatti trovare,

fa che anche tu non sia

uno dei tanti inganni

che l'uomo crea

per avere un passaggio

per l'eternità.

R.Montagnoli





Panta rei


Adesso che io non sono più io

adesso mi accorgo delle illusioni vissute

adesso vedo ciò che prima i sogni nascondevano

adesso so...

Adesso so che la neve alla fine ricopre tutto

adesso so che il sole è soltanto una sfera gialla

adesso so che le stelle sono solamente immagini

adesso so che sono solo illusioni di poeti

adesso so che nulla esiste veramente

il vuoto ricopre il cuore...la mente...

vuoto nelle solite strade da percorrere

vuoto nei soliti volti da incontrare

vuoto negli sguardi che credevi eterni

vuoto nei sorrisi stampati malamente

Simulacri di gente caduta nel turbine,

dimenticata, scivolata...

Ricordi di gente lontana

burattini senza fili attorno a te

mentre la vita scorre...panta rei...

nel fiume non ti sei solo bagnata

ma ci sei anche annegata

martedì 18 settembre 2007

Alla poesia



Non c'è silenzio

non c'è rumore

solo il battito del cuore.

Parole nere d'inchiostro

colorano il bianco del foglio,

un concerto di vocali

di consonanti

si materializza


senza che gli occhi vedano,

onde cerebrali oscillando

guidano la mano.

Si aprono le dita

scivola la penna

sull'opera finita.

Parole,

sono parole,

note dell'animo

suonate col cuore.


R.Montagnoli

lunedì 17 settembre 2007

Quel posto che non c'è


Occhi dentro occhi e prova a dirmi se
un po' mi riconosci o in fondo un altro c'è sulla faccia mia
che non pensi possa assomigliarmi un po'

Mani dentro mani e prova a stringere
tuto quello che non trovi
negli altri ma in me
quasi per magia
sembra riaffiorare tra le dita mie

Potessi trattenere il fiato prima di parlare
Avessi le parole quelle giuste per poterti raccontare
qualcosa che di me poi non somiglia a te

Potessi trattenere il fiato prima di pensare
Avessi le paorle quelle grandi
per poterti circondare
e quello che di me
bellezza in fondo poi non è

Bocca dentro bocca enon chiederti perchè
tutto poi ritorna
in quel posto che non c'è dove per magia
tu respiri dalla stessa pancia mia

Potresti raccontarmi un gusto nuovo per mangiare giorni
Avresti la certezza che di me in fondo poi ti vuoi fidare
Quel posto che non c'è
ha ingoiato tutti tranne me

Dovresti disegnarmi un volto nuovo e occhi per guardarmi
Avresti la certezza che non è di me che poi ti vuoi fidare
In quel posto che non c'è
hai mandato solo me
solo me solo me solo me

Negramaro




Parole sprecate


E' crollato anche l'ultimo alibi

è crollata anche l'ultima illusione

l'ultimo baluardo d'amore

crollato qui davanti ai miei occhi

Ho sprecato pensieri

ho sprecato parole,,,scritti

ho sprecato cuore e cervello

per ritrovarmi ancora

con niente tra le mani

ho sprecato l'ultima illusione

ho scoperto cosa vuol dire vuoto

ho scoperto cosa vuol dire niente

dentro solo vuoto

solo niente

Nessuno mai è riuscito ad entrarmi dentro

nessuno mai forse ci riuscirà.


14/04/1997

domenica 16 settembre 2007

Incomunicabilità



Parole solo parole

disperse dal vento

pochi versi

il riflesso di un tormento

urla soffocate

sogni cancellati

solitudini d'ogni giorno

tutto tace

e nemmeno l'eco ritorna.

Parole persenell'infinito

non c'è più voce

solo un ultimo grido strozzato

un rauco lamento

un impercettibile soffio di vita

subito disperso

dal vento.


R. Montagnoli

venerdì 14 settembre 2007


Mi reputano folle perchè non voglio vendere


i miei giorni in cambio di oro;


e io li reputo folli perchè pensano


che i miei giorni abbiano un prezzo.



K. Gibran

Vita


Porgimi solo una mano

affinché io possa aggrapparmi

stringimi solo la mano

affinché possa sentirmi viva

sollevami tra le tue braccia

affinché il peso diventi leggero

dammi solo una mano

...è vita che torna a fiorire

giovedì 13 settembre 2007

























L'odio è una cosa morta.
Chi di voi vuol essere un sepolcro?

(K. Gibran)

E mi perdo

























E mi perdo...

vagando tra sogni del passato

e sogni del futuro

E mi perdo

dentro questo inutile vuoto

questo vuoto che stringe

e costringe

questo vuoto senza cuore

senza anima

senza lacrime

E mi perdo

così... apaticamente nel mondo

navigando tra forse e non lo so

soffocata dal dubbio, dall'incertezza

con le ali tarpate

desiderose di volare...

E mi perdo...

mi sto perdendo

non sento più voci

non c'è nessuno che mi chiami

non c'è nessuno che mi fermi

che mi riporti indietro...

Mi perdo...

Perduta dentro pensieri perduti

perduta dentro una vita perduta

...e mi perdo...



...Non lo so

se sto qui

o se ritorno

se ritorno

se ritorno tra poco,

tra poco..

..tra poco


mercoledì 12 settembre 2007


Quanto sei sconsiderato

quando vorresti

che gli uomini

volassero con le tue ali

e non sai dar loro

neppure una piuma.


K. Gibran

Canto notturno ( di un pastore errante dell'aria)

































Il navigante si perse

in un sogno

di stelle irrangiugibili;

da allora tutti i dati trasmessi

sono illeggibili:

ogni tanto ci arrivano segni che

registra solo il cuore:

forse, forse, non c'è stato mai,

e sono tutte storie.

In questa notte

seminata di nuvole

che non una luce trema,

ogni domanda è la risposta

a una domanda
della risposta prima;

ogni ritorno è una falsa partenza,

l'illusione di un movimento,

come questo bagno di lacrime

che non ho pianto.

Troppo cielo;

troppe foglie ha buttato il pensiero;

troppi nomi per dirne uno solo;

troppe, queste lezioni di volo:

fammi scendere,

portami via, via, via,

portami via con te,

portami a casa mia,

tienimi sempre,

via, via, via
,
un tempo io sognai,

prima di te sognai,

solo di ombre,

solo di ombre.

Nella memoria del mondo

ci sono battaglie
e nostalgie del cielo,

grandi navi portano a spasso la luce del pensiero:

ma io ricordo soltanto quel bacio,

quel giorno di primavera:

tutta la storia non vale il tuo bacio di una sera.

Io ti amo:

ho paura ogni istante che abbiamo;

ho paura di averti di meno;

come un cieco ti ho dato la mano;

non lasciarmela,

portami via, via, via,

portami via con te,

portami a casa mia,

tienimi sempre via, via, via,

un tempo io sognai,

prima di te sognai,

solo ombre,

e adesso...


R. Vecchioni

martedì 11 settembre 2007

Momenti

























....sono lontani quei "momenti"...

quando "uno sguardo"

provocava "turbamenti"..

quando la vita era più facile...

e si potevano mangiare anche le fragole....

perché la vita è un brivido che vola via

è tutt'un equilibrio sopra la follia....

..........sopra follia!

senti che fuori piove

senti che bel rumore...






Quante cose non dette per paura,

quante cose non dette per incertezza

Attimi di silenzio, attimi di panico

Quante cose non dette per dubbio,

quante cose non dette per paura

Momenti da vivere, momenti da perdere

da perdere per l'eternità

da vivere per attimi

Momenti di parole pesate

momenti di parole pensate

momenti di parole in gabbia

Voli liberi di parole nella mente

parole leggere, pesanti

parole...

Da ripetere, da ripetersi...

Da scordare


...E scrivere d'amore,

e scrivere d'amore,

anche se si fa ridere;

anche quando la guardi,

anche mentre la perdi

quello che conta è scrivere.

E non aver paura

non aver mai paura

di essere ridicoli;

solo chi non ha scritto mai

lettere d'amore

fa veramente ridere.

lunedì 10 settembre 2007

Cantando e...sognando

























E...

Vuoi da bere
Vieni qui
Tu per me
Te lo dico sottovoce
Amo te
Come non ho fatto in fondo
con nessuna
resta qui un secondo




E...
se hai bisogno
e non mi trovi
cercami in un sogno amo te
quella che non chiede mai
non se la prende
se poi non l'ascolto

E... uo... e....
sei un piccolo fiore per me
e l'odore che hai
mi ricorda qualcosa
va bè...
non sono fedele mai
forse lo so

E...
quando sento
il tuo piacere che si muove lento
ho un brivido
tutte le volte che il tuo cuore
batte con il mio
poi nasce il sole...

E... uo... e....
ho un pensiero che parla di te
tutto muore ma tu
sei la cosa più cara che ho
e se mordo una fragola
mordo anche te

uo... E...
sei un piccolo fiore per me
e l'odore che hai
mi ricorda qualcosa
va bè...
non sono fedele mai
ora lo so


V. Rossi, E...

















Se l'altro ride di te, puoi averne pietà;
ma se sei tu che ridi di lui,
non potrai mai perdonartelo.
Se l'altro ti offende, puoi dimenticare;
ma se sei tu che lo offendi,
ricorderai sempre.

K. Gibran

Automa



Da un po' di giorni automa è il nome che mi si addice

mi sento quasi un robot

ma il mio corto circuito certamente non è regolare

avverto leggermente le cose

che mi passano accanto

avverto a mala pena le parole che, seppur gridate,

rimbombano sottovoce nella mia testa

è come se il tempo scorresse via veloce

ma al tempo stesso lo sento procedere così lentamente

non sento la gente che mi parla

non avverto lo sfiorarsi dei corpi

non percepisco la terra sotto ai piedi

manco di equilibrio

Ho forse stilato un bollettino di guerra?

Si, ho stilato la lotta che si combatte

dentro me, tra me e me stessa

sempre e solo noi

una di fronte all'altra

in lotta...


25/01/2007

sabato 8 settembre 2007



La verità è sempre quella,

la cattiveria degli uomini

che ti abbassa

e ti costruisce un santuario di odio

dietro la porta socchiusa.

Ma l'amore della povera gente

brilla più di una qualsiasi filosofia.

Un povero ti dà tutto

e non ti rinfaccia mai la tua vigliaccheria.


da "Terra d'amore", A. Merini


Movimenti del pensiero


















Pensosa

vago

nell'aere solitario

il freddo penetrante

smorza i movimenti

rifletto

penso

osservo

ammiro

ricordo...

venerdì 7 settembre 2007

Eterno ritorno
























A volte basta solo una canzone


e tutto ritorna alla vita

alla memoria

tutto rinasce

tutto muore

tutto ritorna...

Saggezza antica



















Ci vogliono il tuo nemico e il tuo amico insieme per colpirti al cuore:
il primo per calunniarti ,
il secondo per venirtelo a dire.

Mark Twain

Essere o non essere




















Decidere

spesso è difficile

fa paura

ma col tempo

diventa forse necessario

decidere

tra vivere e morire

lo è ancora di più


Essere o non essere, questo è il problema:

se sia più nobile d'animo sopportare gli oltraggi,

i sassi e i dardi dell'iniqua fortuna,

o prender l'armi contro un mare di triboli

e combattendo disperderli.

Morire, dormire, nulla di più,

e con un sonno dirsi che poniamo fine al cordoglio

e alle infinite miserie naturale retaggio della carne,

è soluzione da accogliere a mani giunte.

Morire, dormire, sognare forse:

ma qui é l'ostacolo,

quali sogni possano assalirci in quel sonno di morte

quando siamo già sdipanati dal groviglio mortale,

ci trattiene:

é la remora questa che di tanto

prolunga la vita ai nostri tormenti.

Chi vorrebbe, se no, sopportar le frustate e gli insulti del tempo,

le angherie del tiranno, il disprezzo dell'uomo borioso,

le angosce del respinto amore, gli indugi della legge,

la tracotanza dei grandi, i calci in faccia

che il merito paziente riceve dai mediocri,

quando di mano propria potrebbe saldare il suo conto

con due dita di pugnale?

Chi vorrebbe caricarsi di grossi fardelli

imprecando e sudando sotto il peso di tutta una vita stracca,

se non fosse il timore di qualche cosa,

dopo la morte,

la terra inesplorata donde mai non tornò alcun viaggiatore,

a sgomentare la nostra volontà e

a persuaderci di sopportare i nostri mali

piuttosto che correre in cerca d'altri che non conosciamo?

Così ci fa vigliacchi la coscienza;

così l'incarnato naturale della determinazione

si scolora al cospetto del pallido pensiero.

E così imprese di grande importanza e rilievo

sono distratte dal loro naturale corso:

e dell'azione perdono anche il nome...

W. Shakespeare, Amleto


giovedì 6 settembre 2007

Senza fiato



















Senza fiato lasciami e poi
già che sei qui non te ne andare
prendimi quel poco che ho
lasciami i segni dell'amore.
Io domani rinuncerò
a troppe cose mie di ieri
i pensieri miei quelli no
con me li porterò.

Lei è giusta, lei è per te
lei è la tua canzone
lei è una parte di te
io un'emozione.
Senza fiato lasciami e poi
prenditi pure chi ti piace
se nemica non mi farai
la pace tua sarò.

Non dimenticare però
l'amore è come il vento
ti prende quello che può in un momento.

Chi mi rimane, chi mi rimane
chi mi rimane dentro il cuor.
Chi mi rimane, chi mi rimane
chi mi rimane dentro il cuor.
Chi mi rimane, chi mi rimane
chi mi rimane dentro il cuor.
Chi mi rimane, chi mi rimane
chi mi rimane dentro il cuor.

Non dimenticare però
l'amore è come il vento
ti prende quello che può in un momento.

Chi mi rimane, chi mi rimane
chi mi rimane dentro il cuor.
Chi mi rimane, chi mi rimane
chi mi rimane dentro il cuor.
Chi mi rimane, chi mi rimane
chi mi rimane dentro il cuor.
Chi mi rimane, chi mi rimane
chi mi rimane dentro il cuor


Mina

Un sogno



Un sogno ha popolato la mia solitaria notte

un sogno sbiadito, dimenticato, allontanato

Un sogno è ritornato nella mia solitaria notte

un sogno triste, solo, unico

un sogno,

sempre quello

solo quello

Un sogno va via via perdendosi nel tempo

un sogno contrastato,

contrastante

un sogno del passato

un sogno...

non la vita.

...Ma la speranza è l'ultima a morire

per questo ogni notte io ti aspetto

scompaiono le ombre sul soffitto

vorrei averti nonostante tutto...


Mina

mercoledì 5 settembre 2007

Mona Lisa

























Mi ci vuole una smossa.

Non voglio più sentirmi così statica.

Ho bisogno di muovermi, in ogni senso.

Devo uscire da questo bel quadretto

dove sto come rinchiusa, inerme

( forse protetta? )

Con questo sorriso stampato sulla faccia.



E crescendo impari...



E crescendo impari che la felicità non e' quella delle grandi cose.

Non e' quella che si insegue a vent'anni,

quando, come gladiatori si combatte il mondo per uscirne vittoriosi...


La felicità non e' quella che affannosamente si insegue

credendo che l'amore sia tutto o niente,

...
non e' quella delle emozioni forti che fanno il "botto"

e che esplodono fuori con tuoni spettacolari...,


la felicità non e' quella di grattacieli da scalare,

di sfide da vincere mettendosi continuamente alla prova.


Crescendo impari che la felicità e' fatta di cose piccole ma preziose....

...e impari che il profumo del caffè' al mattino e' un piccolo rituale di felicità,

che bastano le note di una canzone,

le sensazioni di un libro dai colori che scaldano il cuore,

che bastano gli aromi di una cucina,

la poesia dei pittori della felicità,

che basta il muso del tuo gatto o del tuo cane per sentire una felicità lieve.


E impari che la felicità e' fatta di emozioni in punta di piedi,

di piccole esplosioni che in sordina allargano il cuore,

che le stelle ti possono commuovere e il sole far brillare gli occhi,


e impari che un campo di girasoli sa illuminarti il volto,

che il profumo della primavera ti sveglia dall'inverno,

e che sederti a leggere all'ombra di un albero rilassa e libera i pensieri.


E impari che l'amore e' fatto di sensazioni delicate,

di piccole scintille allo stomaco,

di presenze vicine anche se lontane,

e impari che il tempo si dilata

e che quei 5 minuti sono preziosi e lunghi più di tante ore,


e impari che basta chiudere gli occhi,

accendere i sensi, sfornellare in cucina, leggere una poesia,

scrivere su un libro o guardare una foto per annullare il tempo e le distanze

ed essere con chi ami.


E impari che sentire una voce al telefono,

ricevere un messaggio inaspettato,

sono piccoli attimi felici.

E impari ad avere, nel cassetto e nel cuore,

sogni piccoli ma preziosi.


E impari che tenere in braccio un bimbo

e' una deliziosa felicità.


E impari che i regali più grandi

sono quelli che parlano delle persone che ami...


E impari che c'e' felicità anche in quella urgenza

di scrivere su un foglio i tuoi pensieri,

che c'e' qualcosa di amaramente felice anche nella malinconia.


E impari che nonostante le tue difese,

nonostante il tuo volere o il tuo destino,

in ogni gabbiano che vola c'e' nel cuore

un piccolo-grande
Jonathan Livingston.

E impari quanto sia bella e grandiosa la semplicità.


Anonimo